Il silenzio dei più
di Alberto Battaggia
Scompare la politica dalla discussione in Consiglio sulla fusione Agsm Aim A2a: nessun intervento dei consiglieri di maggioranza a sostegno del sindaco Sboarina. Come se non ci fosse la necessità di argomentare politicamente la bontà del progetto industriale del presidente Daniele Finocchiaro. Quanto reggeranno ancora questo progetto e questa maggioranza?
Hanno parlato in tanti, ieri pomeriggio, in consiglio comunale. Ma quello che ha stupito è stato il silenzio dei più: i consiglieri di maggioranza. E dire che il tema era tosto. Da una parte, le minoranze a dimostrare che la presidenza dell’Agsm ed il sindaco se ne sono fatti un baffo della trasparenza e dei possibili concorrenti all’affaire fusione; dall’altra, il presidente Finocchiaro e l’avvocato Gitti a snocciolare dati e riferimenti normativi a protezione del loro agire. Gli oppositori hanno mitragliato di qui e di là, denunciando l’opacità della procedura (tutti); la deriva milanese dei centri decisionali (Tosi); la bontà dei criteri scelti per privilegiare A2A (La Paglia); i rischi occupazionali (Bertucco); il senso dell’ “esclusiva” (Tommaso Ferrari) i sospetti conflitti di interessi (Vanzetto) …Tanta carne sul fuoco, accumulatasi, fatalmente, in mesi e mesi di richieste, inevase, di chiarimenti e di carte mai mostrate. Non c’era stato il tempo? I consulenti spingevano sull’acceleratore (come ha spiegato l’avvocato Gitti, per non deprezzare gli asset…). Va bene, d’accordo, ma l’occasione giusta, per spiegare alla città, prima che agli oppositori, cos’è successo in questi mesi, era il consiglio di ieri sera. Non per Finocchiaro, che quello che doveva fare, invitato dal suo datore di lavoro, ha fatto. Ma per la maggioranza. Non c’è stato uno, dico un solo intervento di Verona Domani, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, a sostenere l’intervento del sindaco. Ne avrebbe avuto un grande bisogno, perché doveva essere chi governa ad argomentare politicamente quello che vuole fare. Invece, lasciando il dibattito alle opposizioni, quelli che comandano a Palazzo Barbieri hanno dato l’impressione di essere comandati dai loro manager. Che le tecnocrazie facciano il bello ed il cattivo tempo di fronte alle scelte che contano e che gli amministratori servano sostanzialmente a fare digerire il piatto ai cittadini.
Il sindaco, lasciato solo dai suoi, ha speso la metà dei suoi minuti ad accusare Tosi di strumentalizzare politicamente la questione contro di lui (avrebbe dovuto recitare il rosario, evidentemente); e quelli che rimanevano a spergiurare sulla diamantina trasparenza già prevista, e ora finalmente in corso di attuazione. Troppo poco.Troppo scontato. Troppo soggettivo. “Tanto alla fine si votava”, si dirà, e quindi “che serviva argomentare”? Infatti la mozione, che pure chiedeva la trasparenza assicurata da tutti i decisori, non è passata (lo chiamano il primato della politica). Non è così. Quello che doveva fare una maggioranza di governo degna di questo nome, ieri, di fronte ad una discussione che non riguardava l’asfaltatura delle strade, era qualificare politicamente l’azione amministrativa, appoggiando il suo sindaco. Che ha invece dato l’impressione di un grande isolamento, di avere portato avanti il progetto fidandosi ciecamente del suo presidente senza chiedersi se lo fosse anche per gli altri. Cosa faranno ora i suoi partner politici? Reggerà l’ipotesi A2A ad un mese di discussioni, pareri di altri esperti, approfondimenti su altre soluzioni prospettate da Hera, Alperia, Dolomiti, Iren…? Reggerà Daniele Finocchiaro ad una operazione che rimbalza tra i nì, i non so e i forse di coloro che dovrebbero sostenerla con entusiasmo? Se diversi puntelli del sindaco sono così traballanti oggi, è pensabile che saranno più saldi domani? La questione A2A rischia, per l’ennesima volta, di suonare il de profundis per il futuro della più importante partecipata veronese. E per la sfilacciata maggioranza di Palazzo Barbieri.