Provincia come innovazione. Specificità territoriali e sviluppo
Mercoledì 24 giugno, ore 18.00, Dibattito – Webinar
Da una parte le città e le elités urbane, forti di conoscenze, potere, tecnologie, connesse tra loro in una rete planetaria, “dentro” il mondo che conta; dall’altra le province e le maggioranze territoriali, subalterne, sempre alla rincorsa delle prime, sacrificate alle forze implacabili della globalizzazione. E’un quadro sociale ed economico assai problematico quello che è emerso dal dibattito “Provincia come innovazione. Specificità territoriali e sviluppo”, svoltosi in Webinar mercoledì 24 giugno 2020 per iniziativa dell’associazione veronese “La città che sale”.
Il dibattito ha coinvolto Paolo Manfredi, Responsabile delle strategie digitali di Confartigianato Imprese, Autore del saggio Provincia non periferia, Egea 2019; Marco Almagisti, docente di Scienza Politica presso l’Università di Padova; Roberto Ricciuti, docente di Politica economica presso l’Università di Verona. Ha introdotto il presidente de La città che sale Alberto Battaggia. L’iniziativa è stata co-promossa anche dal Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi internazionali dell’Università di Padova; da DANE Democrazia A Nord Est Osservatorio e dal Centro studi regionali Giorgio Lago.
Il confronto non si è limitato ad evidenziare l’impressionante tendenza all’accentramento urbano di di tutte le funzioni strategiche – da quelle economiche a quelle politiche – in corso nell’intero pianeta; ma si è rivolto anche alle conseguenze immediate, concrete, che il fenomeno produce sui nostri territori.
Verona: una crisi di identità
Verona, come altre città venete, è l’esempio concreto della crisi di identità che ha investito molte città settentrionali di piccola-media dimensione rispetto all’onnivora MIlano. Quale futuro è destinato al nostro territorio? Accettare un ruolo ancillare, a livello finanziario, industriale, della gestione dei principali servizi sociali, rinunciando a velleitarie battaglie di difesa di una propria autonomia; o rivendicare orgogliosamente, a tutti i costi, una specificità territoriale non delegabile ad altri soggetti esterni? Quella per contrastare la fusione di Agsm con A2A, per fare un esempio concreto, è una battaglia di retroguardia o un nobile appello alla irrinunciabile veronesità delle nostre strutture?
Il populismo: una risposta sbagliata ad esigenze giuste
Nel corso del dibattito, Paolo Manfredi, come il politologo Marco Almagisti, hanno invitato ad evitare frettolose analisi tese a screditare le posizioni di tipo “neo-populiste”, perché rozze o non mediabili secondo gli schemi del “politically correct”. Al di là della forma che assumono, esistono sofferenze sociali che hanno un fondamento reale che va innanzitutto riconosciuto, se si vuole riannodare un rapporto politico virtuoso e democratico con le popolazioni.
La telematica come fattore di accentramento
E’ vero tuttavia, come ha sottolineato l’economista Roberto Ricciuti, che le tecnologie digitali e telematiche, esplose negli ultimi venti anni, hanno ulteriormente allargato il gap tra grandi città accentratrici e territori provinciali. L’obiettivo di redistribuire sui territori funzioni e servizi strategici in tutti i settori sociali, dalla produzione alla formazione, non sarà affatto facile. Tali tendenze hanno infine subito un’ulteriore accelerazione durante la crisi sanitaria. Anche le università “periferiche” potrebbero subire gravissime conseguenze dall’accentramento dei corsi più prestigiosi e qualificanti negli atenei centrali, grazie all’impiego sistematico della telematica.
Riqualificare i territori
Come fronteggiare questi processi, allora? “I territori provinciali devono ripensare il loro ruolo alla luce dei grandi cambiamenti a partire dalle tecnologie digitali che hanno cambiato il modo di produrre, la modalità di creare valore e l’organizzazione sociale ed economica del nostro Paese – spiega Manfredi – ritrovando la loro identità nella modernizzazione, recuperando tutto quanto c’è di buono in quella parte così importante del nostro Paese”.
Paolo Manfredi
Paolo Manfredi, 46 anni, milanese, è responsabile delle strategie digitali di Confartigianato Imprese, un centro di competenza che analizza l’impatto della rivoluzione sulle micro e piccole imprese e costruisce percorsi di innovazione inclusiva. Scrive di innovazione, politica e ristoranti. Nel 2016 ha pubblicato con Marsilio L’economia del su misura. Artigiani, innovazione, digitale e nel 2019 con Egea Provincia non periferia. Innovare le diversità italiane.
Verona 25 giugno 2020
Ufficio stampa
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