Mobilità cittadina, 12 proposte per una Verona sostenibile

di Luciano Butti

Luciano Butti
Vie ciclabili: Utrecht
“… Non sto descrivendo una città dei sogni, ma una Verona concretamente possibile fra venti anni. Come dovremmo prepararci, nell’immediato?”

Immaginiamo Verona fra venti anni. Non però una Verona qualunque. Verona città finalmente sostenibile, e quindi moderna ed europea. Come sarà la mobilità cittadina?

a) Una quota stabile di lavoro da remoto – uno o due giorni la settimana in media – renderà più agevole la vita privata e diminuirà il traffico, senza compromettere l’efficienza dei vari servizi.
b) Ci saremo familiarizzati con mezzi di trasporto pubblico locale veloci, puliti, sostenibili. Chi li utilizzerà regolarmente verrà percepito come una persona pratica, organizzata e amante dell’ambiente.
c) Andremo in bicicletta su sicure piste ciclabili ogni volta in cui sarà possibile, guadagnandone in salute.
d) L’auto sarà ormai un servizio da utilizzare, più che un oggetto da possedere. Avremo così a disposizione il tipo di auto che ci serve in ogni situazione (utilitaria, cabriolet, minivan, ecc., tutte elettriche); la manutenzione non sarà più un nostro problema; il numero complessivo delle auto diminuirà, nel segno dell’economia circolare; forse, infine, ci potremo già avvalere anche di auto completamente autonome, che ci verranno da sole a prendere a casa.

Non sto descrivendo una città dei sogni, ma una Verona concretamente possibile fra venti anni. Come dovremmo prepararci, nell’immediato?

 
1. COMPLETARE LA FILOVIA, CORREGGENDONE I DIFETTI
Il progetto della filovia va portato a termine, correggendo nei limiti del possibile le gravi carenze della progettazione iniziale: in particolare, vanno garantiti adeguati parcheggi scambiatori (v. punto 3) e la più elevata possibile quota di percorsi riservati alla filovia (v. punti 9 e 10). Lo so, non è il progetto più moderno, è in enorme ritardo e provocherà alcuni disagi nella fase di cantiere. Ma è molto meglio di niente, e bisogna dire la verità ai cittadini: abbandonarlo oggi significherebbe caricare su Verona un costo enorme, anche di penali, e dover ripartire da zero. Non possiamo permettercelo.


2. AGGIUNGERE ALTRI MODERNI PROGETTI DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
E’ indispensabile farlo subito, senza di questo la stessa filovia sarà inefficiente. Occorre coprire le zone non coperte dal filobus, ripristinare a servizio pubblico alcune linee ferroviarie dismesse e collegare in modo veloce la città all’aeroporto (progetto tanto indispensabile quanto osteggiato da interessi corporativi).


3. REALIZZARE ADEGUATI PARCHEGGI SCAMBIATORI
Le diverse forme di trasporto pubblico locale devono poter usufruire di parcheggi scambiatori adeguati. Fino ad oggi il Comune non li ha progettati né concretamente finanziati, nemmeno per la filovia.


4. MOBILITA’ CICLABILE
Verona deve diventare città delle biciclette, e muoversi in bicicletta in sicurezza deve diventare un diritto dei veronesi. Qualcosa è stato fatto, ma è largamente insufficiente. Alcune recenti ‘corsie ciclabili’ inoltre non aumentano la sicurezza, anzi, perché si è deciso di non togliere nemmeno un posto di parcheggio. Non si percepisce finora un progetto organico dell’Amministrazione.


5. MOBILITA’ CONDIVISA: BIKE SHARING
A Verona il bike sharing, dove c’è, funziona bene. Ma le stazioni sono pochissime rispetto alle necessità, e bisogna raggiungere con le bici elettriche tutti i quartieri. L’investimento si ripagherebbe in pochissimo tempo.


6. MOBILITA’ CONDIVISA: CAR SHARING
Il car sharing funziona a Bergamo, Brescia, Trento, Padova, Mestre, Bologna. Insomma, siamo circondati dal car sharing, in ogni direzione. A Verona non esiste.


7. PIANI DI SPOSTAMENTO CASA-LAVORO
Possono essere utilissimi. Sono incentivati, anche finanziariamente, dallo Stato. Vanno progettati in modo coraggioso, prima di tutto dal Comune e dalle aziende pubbliche. I dipendenti che si spostano in modo sostenibile vanno incentivati economicamente e con una maggiore flessibilità anche di orari.


8. MOBILITA’ DEGLI STUDENTI
La percentuale di bambini e ragazzi portati a scuola con l’auto dai genitori è altissima. Questo non è ecologicamente sostenibile per la città, non è salutare per i ragazzi, né aiuta la loro autonomia. Occorrono l’aumento dei progetti pedibus, trasporti dedicati, divieti di fermata nei pressi delle scuole, e molto altro.


9. SPOSTARE LA SOSTA DALLA SUPERFICIE AI PARCHEGGI SOTTERRANEI
Nessun intervento sulla mobilità può funzionare bene se non liberiamo le strade dalla eccessiva presenza di auto in sosta. Per i non residenti nel quartiere, il parcheggio di superficie deve diventare una eccezione costosa. La regola, resa più conveniente, deve diventare quella dei parcheggi scambiatori o comunque sotterranei. E ciò anche per garantire il maggior numero possibile di percorsi riservati al mezzo pubblico e ai ciclisti.


10. LIBERARE LE STRADE DA UNA QUOTA SIGNIFICATIVA E CRESCENTE DI MEZZI PRIVATI
Per avere un trasporto pubblico veloce e su percorsi riservati, e per rendere sicuro spostarsi in bici, occorre diminuire il numero delle vetture circolanti. Diversi sistemi possono essere studiati, tra cui il modello dell’area C milanese, ma il traffico privato in città va disincentivato, come avviene in tutte le città europee moderne. Una volta avviato questo percorso, si potrà discutere di eventuali nuove strade, per esempio al fine di risolvere i problemi nella zona del Teatro Romano. Ma bisogna in ogni modo evitare che nuove strade siano attrattori di traffico.


11. CONVIVENZA TRA DIVERSI SULLE STRADE DELLA CITTA’
Le strade cittadine sono di tutti. E tutti devono rispettarsi reciprocamente, seguendo le regole. La migliore palestra di convivenza fra i diversi tipi di mobilità sono le ‘zone 30’, in centro e nei quartieri. Zone dove le separazioni fisiche tra aree di pertinenza delle auto, delle biciclette e dei pedoni siano tendenzialmente eliminate e dove il rispetto reciproco, a basse velocità per tutti, diventi la regola principale.


12. RISTRUTTURARE COMPLETAMENTE L’ASSURDA GESTIONE DELLE COLONNINE DI RICARICA
Molti turisti tedeschi e austriaci arrivano a Verona guidando un’auto elettrica. Trovano qui colonnine di ricarica del tutto insufficienti, spesso non funzionanti e frequentemente occupate da auto elettriche che vengono lì abbandonate per ore dopo la fine della ricarica. Perché? Perché la permanenza negli stalli collegati alle colonnine – al momento gratuite – rimane a costo zero anche dopo la fine della ricarica. Quindi molti possessori di auto elettriche li utilizzano abusivamente come posti di sosta gratuita. Non potendo ricaricare a casa, i turisti che arrivano con l’auto elettrica si trovano così in grave difficoltà. Veramente assurdo.


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