Verona non ama le autoelettriche dei turisti stranieri
” Molti turisti tedeschi e austriaci arrivano a Verona guidando un’auto elettrica… …Per questi turisti, tuttavia, Verona è purtroppo una meta da evitare…”
di Luciano Butti
Molti turisti tedeschi e austriaci arrivano a Verona guidando un’auto elettrica. Dovremmo esserne contenti, prima di tutto perché arrivano e in secondo luogo perché il loro mezzo di trasporto non accresce le emissioni inquinanti nella nostra città. Per questi turisti, tuttavia, Verona è purtroppo una meta da evitare, vediamo brevemente perché.
All’interno del Comune, le colonnine di ricarica sono appannaggio di AGSM, in regime di sostanziale monopolio (non mi risultano in città colonnine pubbliche di altri gestori). Per i cittadini, che di norma possono ricaricare anche a casa o sul lavoro, le colonnine pubbliche sono in molti casi solo un servizio aggiuntivo. Ma per i turisti sono l’unica possibilità per poter proseguire nel viaggio. Ora, soprattutto per i turisti, si tratta di un livello infrastrutturale drammaticamente insufficiente e mal funzionante.
Vediamo perché.
NUMERO DELLE COLONNINE
Tra colonnine e nuovi pali smart, le stazioni di ricarica esistenti in tutto il territorio comunale sono circa 25. Alcune hanno (in teoria) due punti di ricarica, altre uno solo. Si tratta di un numero di postazioni largamente insufficiente, se non ridicolo, considerata l’enorme espansione del numero di auto elettriche circolanti, sia fra i residenti che fra i turisti.
EFFICIENZA DELLE COLONNINE
Come chiunque usa l’auto elettrica a Verona sa, il servizio è spesso non funzionante. Quasi mai entrambe le postazioni di una stazione di ricarica sono utilizzabili contemporaneamente. Il numero delle stazioni offline o mal funzionanti è ogni giorno elevato.
COLONNINE DI RICARICA PUBBLICHE AD ALTA VELOCITA’
A Verona non esistono. Per trovarne una, condotta da gestori diversi da AGSM, bisogna andare nelle città vicine.
SISTEMA TARIFFARIO
A Verona le colonnine pubbliche – poche e inefficienti, come abbiamo visto – sono gratuite. Avete capito bene, non si paga nulla per utilizzarle, quando funzionano. La cosa è molto rara in altre città. E, a prima vista, sembrerebbe una bella notizia. Ma non lo è affatto, per una serie di ragioni:
- Preferirei di gran lunga un servizio ben funzionante e con un prezzo giusto e calmierato, rispetto ad un servizio gratuito e mal funzionante, che non consente una programmazione adeguata dei propri spostamenti.
- E’ giusto incentivare l’auto elettrica, ma in modo ragionevole: prezzo basso si, gratuità no, in un periodo nel quale le bollette elettriche -anche quelle di AGSM – sono in forte crescita. Mi sembra un elementare aspetto di giustizia, anche se va contro il mio interesse di utilizzatore di una vettura elettrica.
- La gratuità delle colonnine veronesi fa si che le stesse vengano ogni giorno ‘assaltate’ anche da chi, veronese o della provincia, potrebbe anche ricaricare a casa. Il risultato di ciò è che trovare una colonnina libera è un colpo di fortuna. Altra conseguenza di ciò è che ogni giorno decine di auto elettriche aumentano inutilmente il traffico cittadino, vagando senza fine in cerca di una stazione libera e funzionante.
UTILIZZAZIONE ABUSIVA DEGLI SPAZI DI RICARICA COME SOSTA GRATUITA PER AUTO ELETTRICHE. Secondo il Codice della Strada, gli stalli delle stazioni di ricarica possono essere utilizzati solo durante la ricarica (con una tolleranza di un’ora). Ma capite bene che, per la Polizia locale, controllare il rispetto di questa norma è quasi impossibile. Conseguenza di questo è che moltissime persone, una volta ‘conquistata’ una colonnina, abbandonano lì l’auto per tutta la giornata, molte ore dopo la fine della ricarica. Ciò accresce drammaticamente l’insufficienza numerica delle colonnine. La soluzione ci sarebbe, molto semplice, e dipende da AGSM e Comune: far pagare un prezzo alto per ogni minuto di occupazione della colonnina oltre la fine della ricarica. Le occupazioni abusive si fermerebbero subito.
In conclusione, se vogliamo una Verona al passo della modernità, non basta riempirsi la bocca di programmi. Occorre intervenire in concreto e nei dettagli sul funzionamento dei servizi. Il caso delle colonnine di ricarica è un esempio da manuale.
Molto interessante. Concordo pienamente con la soluzione prospettata e mio domando perché si arrivi a situazioni cosi assurde.
Non è che una volta conquistata la “cadrega” debbono occuparsi d’altro?