Le idee per Grande Castelvecchio. Senza il Circolo si valorizza Carlo Scarpa
di Paola Marini, già direttrice dei Musei Civici di Verona
Pubblichiamo il testo della lettera pubblicata dal quotidiano L’Arena di Verona il 1 luglio 2021 a pag. 25
“Così come una pietra preziosa è protetta e valorizzata dal castone che la contiene, il Castelvecchio di Scarpa andrebbe abbracciato da un nuovo intervento che lo rifunzionalizzasse e attualizzasse..”
Nell’ambito del dibattito sull’ampliamento del Museo Civico all’intero complesso di Castelvecchio, Alberto Maria Sartori ha introdotto il 27 giugno un nuovo importante argomento, mettendo in guardia dal rischio di una possibile alterazione dell’«aura originaria» del celebrato intervento di Carlo Scarpa e dal pericolo di «fare i bagagli» senza «indicare chiaramente temi e obiettivi».Forse per paradosso, egli arriva a scrivere: «Spostare il Circolo Ufficiali… è cosa facile. Ben altro sarà l’approccio per il recupero». Vorrei rassicurare l’ingegnere che la sua sensibilità è profondamente condivisa dalla Civica Alleanza per un grande Castelvecchio, di cui fanno parte, insieme agli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti, associazioni quali gli Amici dei Musei Civici di Verona. Negli ultimi trent’anni questi ultimi sono stati attivamente e concretamente al fianco dell’Amministrazione Comunale e della Direzione Musei nelle manutenzioni e adeguamenti dell’istituto, che oggi è sicuramente il meglio conservato dei musei di Scarpa. Grazie ai finanziamenti dei presidenti Giacomo Galtarossa e Giuseppe Manni sono state restaurate la torre di nord est come sede del Gabinetto Disegni e Stampe e della Biblioteca di Castellologia EN-IBI (Europa Nostra e Internationales Burgen Institut) e la torre dell’Orologio per esporre la statua di Mastino II della Scala ed è stata aperta al pubblico una parte dei camminamenti di ronda; sotto le presidenze di Isabella di Canossa e di Francesco Monicelli gli Amici hanno donato il progetto di restauro del mastio, in cui potrà essere esposto il corredo tessile ritrovato nella tomba di Cangrande, consentendo di ottenere 1.400.000 euro di finanziamento statale del progetto “Bellezz@” (di cui si attende l’erogazione). Se a ciò si aggiunge l’avvenuto restauro della torre di sud est con contributi della Regione Veneto come sede dell’Archivio Scarpa, dell’Ufficio tecnico della Direzione Musei, del mosaico romano ritrovato all’Arco dei Gavi e di nuovi servizi igienici ad uso della Sala Boggian e degli Uffici, emerge chiaramente che la mobilitazione della Civica Alleanza ha preso il via quando era stato fatto ogni sforzo per recuperare tutti i possibili spazi fin’allora inutilizzati nella parte del castello in uso al Comune, mantenendo al tempo stesso impeccabilmente la museografia scarpiana, con apporti di primo piano come quelli di Arrigo Rudi, Giuseppe Tommasi, Filippo Bricolo. Ma ciò, è chiaro, non basta, ed ecco allora il programma di massima contenuto nel fascicolo Fantasie per Castelvecchio pubblicato nel 2019. La maggior parte dei lavori auspicati dovrebbe riguardare l’ala di Sala Boggian – dove i contributi di Scarpa sono minimi e andrebbero comunque mantenuti – e l’ala in cui ha sede il Circolo Ufficiali. In particolare, spostando la sala mostre temporanee nell’area del Circolo, si continuerebbe il percorso espositivo senza soluzione con un altro centinaio di opere ora nei depositi e spostando gli uffici si dedicherebbe tutto il pianterreno della stessa ala ai servizi di accoglienza oggi estremamente carenti. Il caffè-ristorante potrebbe essere aperto a tutti e il giro dei camminamenti verrebbe completato.Lavorare in uno dei più celebri musei del mondo costituirebbe per un architetto di grandi capacità un’occasione speciale anche se contenuta nelle dimensioni e tale da richiedere una particolare attenzione: ciò non potrebbe avvenire senza un concorso ad invito (del Comune con Soprintendenza, Università, Ordini professionali, Marmomac? altri) che costituirebbe un motivo di richiamo internazionale per la città. Per buon auspicio e passione, da anni si vanno raccogliendo i nomi…Così come una pietra preziosa è protetta e valorizzata dal castone che la contiene, il Castelvecchio di Scarpa andrebbe abbracciato da un nuovo intervento che lo rifunzionalizzasse e attualizzasse, conservandolo strenuamente.