Un decalogo per Venezia. Lettera aperta
Fondazione Venetian Heritage Onlus
Venezia, 1 giugno 2021
Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
Presidente del Consiglio dei Ministri
Ministro della Cultura, On. Dario Franceschini
Ministro del Turismo, Dott. Massimo Garavaglia
Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Prof. Enrico Giovannini
Presidente della Regione del Veneto, Dott. Luca Zaia
Prefetto di Venezia, Dott. Vittorio Zappalorto
Sindaco di Venezia, Arch. Luigi Brugnaro
Venezia mostra la sua sofferenza e noi, cittadini del mondo, non possiamo essere insensibili. Un bene così
fragile, patrimonio dell’umanità, non può sopravvivere senza il nostro aiuto. Occorre uno statuto speciale, una legge, che ne tuteli non solo l’integrità fisica, ma anche il tessuto urbano e la identità culturale.
Chiediamo che siano preservati non solo l’immenso patrimonio artistico, ma anche la vita cittadina che a
pietre e dipinti conferisce l’anima. Chiediamo un grande sforzo corale a tutte le Istituzioni, ispirato ai seguenti principi:
1. Conclusione del Cantiere del Mose: consiste in tre colossali barriere mobili a scomparsa posate sul fondo delle tre bocche di porto che, in presenza di alta marea, si alzano per erigere una barriera a protezione della laguna. Per la sua realizzazione sono stati sino ad ora già spesi 5,3 miliardi di euro su un importo totale di 5,5 miliardi. Nonostante i pareri discordanti sulla validità del progetto e anche se gli oneri di manutenzione annua sono stimati in 80 – 90 milioni di Euro, crediamo fermamente che Venezia ben meriti la spesa. Il Mose consentirà alla città anche di sopravvivere per il tempo necessario alla realizzazione delle ulteriori opere di tutela e salvaguardia dell’ecosistema lagunare, che sarà possibile realizzare nel futuro remoto, quando saranno disponibili tecnologie migliori e definitive. È scandaloso che dopo ben 55 anni dall’alluvione del 4 novembre 1966 la città corra ancora il rischio di essere indifesa e si debba fare affidamento sulla tenuta di un sistema non ancora completato, o sulla clemenza delle condizioni climatiche. Considerata l’elevatissima entità dei fondi pubblici già impiegati, riteniamo doveroso ultimare questa, seppur discussa, grande opera nel più breve tempo possibile.
2. Stop al traffico delle Grandi Navi in Laguna: oggi Venezia è la terza città portuale più inquinata d’Europa. Per più di 13 secoli è sopravvissuta alle inondazioni, alle pestilenze e ai conflitti bellici ma ora, in periodo di pace, la Regina dell’Adriatico, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, rischia di essere travolta dagli enormi transatlantici che la attraversano quotidianamente, indifferenti al possibile rischio di catastrofe, la cui concretezza è emersa recentemente a causa di ripetuti incidenti. Si rimane paralizzati nell’assistere a questo mostruoso spettacolo, che si perpetua ormai da troppi anni, a questa mancanza assoluta di rispetto nei confronti di uno dei più importanti patrimoni dell’umanità. Richiediamo che venga impedito definitivamente il traffico delle Grandi Navi non solo nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca ma nella Laguna tutta, mettendo fine per sempre a questo scempio. Da marzo 2020 a causa della pandemia tutt’ora in corso, il traffico delle Grandi Navi è stato sospeso, ma ora sta per riprendere. Si auspica una soluzione definitiva.
3. Salvaguardia dell’ecosistema lagunare: in cento anni la mappa del fondale lagunare è radicalmente cambiata, il paesaggio sommerso è stato stravolto. È sparita la ramificazione capillare di canaletti e bacini d’acqua, che articolavano e irroravano la laguna garantendo la vita di un ecosistema del tutto eccezionale. Oggi i tipici bassi fondali della Laguna sono generalmente spianati e più profondi, con conseguenze drammatiche: il regime delle correnti è stravolto e la Laguna non è più in grado di offrire una regolazione naturale del propagarsi delle maree, che ora avanzano molto più velocemente che nel passato. Inoltre, l’estesa privatizzazione di parti della Laguna, la creazione di valli da pesca chiuse, la bonifica per ottenere terre asciutte per l’industria hanno ridotto notevolmente lo spazio in cui le alte maree potevano disperdersi. È giunto il momento di intervenire e, soprattutto, scongiurare ulteriori interventi di natura distruttiva, come lo scempio del polo petrolchimico di Porto Marghera e lo scavo di profondi canali per il passaggio delle petroliere.
4. Gestione dei flussi turistici: Venezia è un emblematico esempio del fenomeno dell’overtourism, ossia di
una presenza di visitatori che invade, soffoca e snatura la città fisica e stravolge la stessa vita dei suoi abitanti. La gestione del turismo in Italia e in particolar modo a Venezia è rimasta ferma agli anni ‘70, dunque a prima dell’avvento di internet e della globalizzazione. In questi cinquant’anni i cambiamenti sono stati molti, veloci e significativi: nel 2000 è stato costruito un nuovo aeroporto di Venezia che oggi, dopo quelli di Roma e Milano, è il terzo aeroporto internazionale d’Italia. Da dieci anni un ottimo servizio di treni ad alta velocità garantisce rapidi collegamenti con il resto del Paese e con le principali tratte europee. Fattori di cambiamento che hanno comportato, unitamente ad altri, una crescita esponenziale del numero di visitatori. Nel 2019 la Serenissima è stata raggiunta da 25 milioni di turisti, cifra ben al disopra della capacità di assorbimento da parte della città e delle sue strutture. Queste cifre sono destinate a crescere, in ragione della geopolitica di questi ultimi decenni: i cinesi e gli indiani fino a pochi anni fa non viaggiavano e il muro di Berlino divideva l’est europeo dal resto del mondo. È necessario dunque creare un nuovo modello gestionale: Venezia è un museo diffuso e come tale andrebbe organizzato, gestito, valorizzato e preservato. Si deve uscire dal cliché negativo del termine “città-museo”, che non vuol dire città morta (si auspica invece il proseguimento della vita reale,
componente essenziale della storia e del fascino della città), per creare un sistema di gestione basato sull’esempio di un grande museo come il Louvre, dove i gruppi accedono solamente tramite prenotazione obbligatoria e seguono regole comportamentali adeguate al luogo.
5. Regolamentazione delle affittanze turistiche: nella città lagunare si registra un evidente squilibrio tra numero di visitatori e numero di abitanti. Il sistema ricettivo della città oggi non è più basato sul tradizionale settore alberghiero ma è caratterizzato dall’esplosione delle strutture complementari come i bed & breakfast, alloggi/locazioni turistiche passate da poco più di 2.800 del 2013 a 7.900 strutture extralberghiere, per un totale di 40.973 posti letto. In primis è necessario porre un limite al numero di appartamenti utilizzabili per le affittanze turistiche (come Barcellona, Berlino…) e si dovrebbero introdurre misure come a New York, dove il periodo minimo consentito per l’affittanza turistica è di trenta giorni. Dovrebbero anche essere potenziati gli strumenti di controllo, per contrastare l’abusivismo e a maggior tutela della sicurezza cittadina.
6. Facilitazioni per affitti locali commerciali e per affitti a lungo termine per residenti: la progressiva mutazione del tessuto economico cittadino vede drammaticamente assottigliarsi la trama delle attività commerciali “residenziali”, comprese quelle artigianali di carattere storico che incarnano la ricchezza e la tradizione di ogni centro urbano, per vederle sostituite da negozi di “paccottiglia” senza valore. Si richiede di modificare la Legge Regionale Veneto 14.06.2013, n.11 sulle affittanze brevi, per incentivare i contratti a lungo termine per residenti.
7. Controllo delle licenze commerciali: lo squilibrio tra visitatori e numero di abitanti è testimoniato anche
dalla diffusione di attività commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande e di intrattenimento turistico destinate ad un pubblico di massa e gestite spesso in modo non professionale e con modalità illecite e di abusivismo di varia natura, quali l’evasione fiscale, l’impiego di manodopera irregolare, la commercializzazione di prodotti irregolari, non conformi e non sicuri. Si richiede il contingentamento delle nuove attività economiche di carattere turistico e il parallelo incentivo al mantenimento degli esercizi realmente espressivi delle peculiarità del territorio, anche attraverso l’irrigidimento dei criteri di autorizzazione e l’inasprimento delle sanzioni in caso di violazioni, fino ad impedire la prosecuzione dell’attività nei casi più gravi. Si auspica l’intervento di una normativa quadro a livello nazionale, che stimoli ed indirizzi in tal senso l’amministrazione comunale.
8. Decoro urbano: il turismo di massa, la non gestione e il mancato adeguamento delle norme alle dinamiche del XXI secolo hanno dato vita alla situazione attuale, in cui la più spregiudicata logica del profitto, condotta sempre più spesso in condizioni di diffusa illegalità, prevale sulle più elementari esigenze di tutela del bene pubblico. Venezia è deturpata dall’estetica chiassosa e appariscente di un indotto commerciale del tutto insensibile rispetto anche alla tutela della peculiare estetica dei luoghi. Si richiede dunque un controllo e un rigore, attraverso la creazione di vincoli idonei al fine di rispettare la città ed esaltarne l’unicità, per invertire la tendenza in corso che rischia sempre più ed inesorabilmente di ridurla ad un parco giochi, come se fosse Disneyland.
9. Moto ondoso: la gestione del traffico acqueo nella Laguna di Venezia è una delle priorità da affrontare.
Il passaggio continuo di imbarcazioni a motore provoca onde che, infrangendosi sulle fondamenta degli edifici, provocano un dissesto diffuso sulla fragile struttura edilizia della città, i cui canali non erano navigati da veloci imbarcazioni a motore fino a un secolo fa. Il moto ondoso provoca non solo una continua erosione degli edifici, ma anche della morfologia lagunare. Vanno regolamentate le cosiddette “minicrociere” sui canali di Venezia a bordo di taxi e, più in generale, tutte le tipologie di trasporto acqueo con finalità ricreative.
10. Programmazione di eventi culturali e valorizzazione del patrimonio storico artistico: la pianificazione
della programmazione degli eventi culturali nella città di Venezia dovrebbe essere organizzata attraverso la creazione di una cabina di regia dove tutti gli interlocutori interessati possano condividere i propri calendari, in modo da distribuire l’offerta culturale durante tutto l’anno e non solo nei mesi di punta. La valorizzazione del patrimonio storico artistico della città dovrebbe inoltre essere affidata esclusivamente a guide turistiche in possesso di specifici titoli, eliminando le pratiche deleterie dei free tour e limitando la consistenza numerica dei gruppi turistici in escursione al seguito delle guide. Venezia, per sopravvivere, deve conservare una identità urbana residenziale non legata soltanto al turismo di massa, che la logora, consuma e svuota progressivamente dell’anima vitale. Bisogna puntare verso un turismo di qualità, attento, rispettoso della sua fragilità, nonché accompagnato da una dimensione economica equilibrata e sostenibile, che ne valorizzi la natura di centro culturale e di ricerca all’avanguardia, rendendo la città un’eccellenza ed un punto di riferimento a livello internazionale, in grado di attrarre risorse e di recuperare, in definitiva, un ruolo degno della sua unicità agli occhi del mondo.
Considerata l’unicità e la difficoltà di questi lunghi mesi d’arresto dovuti alla pandemia, ed in prospettiva di
un progressivo ritorno alla “normalità”, abbiamo il dovere di cogliere questa opportunità per ripensare alla gestione di Venezia, il cui destino a prescindere dall’acqua alta sembra sempre più incerto ed a rischio. Chiediamo che queste esigenze, sin da troppo tempo emerse all’evidenza dei fatti, trovino espressione in
una normativa organica di salvaguardia che detti finalmente regole stringenti che ne riconoscano l’unicità
rispetto a qualsiasi altro contesto urbano. Chiediamo al Governo della Repubblica Italiana ed al suo Presidente, che ne costituisce la più alta espressione di garanzia e salvaguardia costituzionale, nonché alle autorità locali, di agire con la massima urgenza.
Wes Anderson
Regista, sceneggiatore, Parigi, New York
Richard Armstrong
Direttore, Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation, New York
Toto Bergamo Rossi
Direttore, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venezia
Christopher Bollen,
Scrittore, giornalista, direttore di Interview Magazine, New York
Francis Ford Coppola
Regista, produttore e sceneggiatore, San Francisco
Antonio Damasio
University Professor David Dornsife Professor of Neuroscience, Psychology and Philosophy, Director, Brain
and Creativity Institute, Dornsife College of Letters, Arts and Sciences, University of Southern California, Los Angeles
Hanna Damasio
University Professor, Dana Dornsife Professor of Neuroscience, Psychology and Neurology, Director Dornsife
Cognitive Neuroimaging Center Dornsife College of Letters, Arts and Sciences, University of Southern California, Los Angeles
James Ivory
Regista, produttore e sceneggiatore, New York
Mick Jagger
Cantautore, Londra
Sir Anish Kapoor
Artista, Londra
David Landau
Mecenate, Venezia
Massimo Listri
Fotografo, Firenze
Paola Marini
Presidente, Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, Venezia
Valentina Marini Clarelli Nasi
Presidente, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venezia
Françoise Nyssen
Co-direttrice, Edizioni Actes Sud, già Ministro della Cultura Francese, Arles
Nancy Sladek
Editore, Literary Review, Londra
Anna Somers Cocks OBE
Già presidente, The Venice in Peril Fund, the British charity for the protection of Venice, Londra
Tilda Swinton & Sandro Kopp
Attrice e artista, Inverness
Gary Tinterow
Direttore, The Museum of Fine Arts, Houston
Karole Vail
Direttrice, Peggy Guggenheim Collection, Venezia
Fondazione Venetian Heritage Onlus
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