Albania andata e dintorni

Dai mancati business adriatici agli affanni politici della destra veronese

di Alberto Battaggia

Abstract. L’irresistibile attrazione albanese: da Pirro a Miglioranzi. l’Agsm in Albania: storia del fallimento di un progetto imprenditoriale. Il balletto delle nomine ai vertici delle partecipate: impossibile concepire grandi progetti. L’entropia della destra veronese tra partiti in cerca di autorevolezza e movimenti civici personalizzati affondati nell’antipolitica. La Lega e il sindaco Sboarina: salvarlo ora per lasciarlo al suo destino domani.

Quando tintinnano le manette nelle adiacenze del potere, c’è sempre qualcuno che dice: “E’ iniziata la campagna elettorale”! E comincia a chiedersi a chi giovi quell’avviso di garanzia, a chi altri quegli arresti domiciliari. Si fa bene a pensare male? Non lo sappiamo. Noi, che siamo poco machiavellici e piuttosto ingenui, preferiamo pensare che contino, innanzitutto, i fatti. Ci sono o non ci sono? Investigazioni e giudici servono ad appurare quello: che lavorino, allora, e vedremo. Di questi ultimi giorni, perciò, ci hanno colpito, più che i complotti e i trappoloni, le dinamiche politiche. Anche quelle del passato

Da Pirro a Miglioranzi

La prima cosa che ci è venuta in mente, è la storia antica ed illustre del popolo albanese. Già governato dal mitico Pirro, re dell’Epiro, piegato solo dal consolo Manio Curio Dentato a Maleventum nel III secolo a.C. Poi tante cose, i Romani, i Turchi…nel 1914 il Principato di Albania, il protettorato; e il generale Zog, monarca dal ’28, amico di Mussolini, che lo ripagò nel ’39 invadendo il suo Regno in una non commendevole impresa militare (2 morti e 60 feriti) per fare dell’Adriatico “un lago italiano”. La storia più recente si conosce meglio. Dal 1946 al 1990 l’Albania è un piccolo, terribile stato comunista filocinese. Se campeggiavi con la morosa sulle spiagge del Gargano, ti sorbivi ogni mattina, alle 08.00 precise, una terrificante lezione di marxismo-leninismo da radio Tirana. Pure Al Bano era meglio.
Ma un bel mattino, i fuochi d’artificio. Si affloscia il socialismo e nasce l’Eldorado. Gli animal spirits balcanici si scatenano. Mentre navi piene di poveracci solcano il lago italiano in cerca di una vita decente, un flusso opposto di piccoli imprenditori, professionisti, commercianti, investitori, fiutando il business, si affacciano in quel mondo che si apriva finalmente al mondo. Gli amici albanesi, ma anche i money maniac italiani, ci raccontano che la libertà postcomunista assomigliava al Far West. Leggi che non erano leggi; vecchi burocrati socialisti che vendevano pezzi di stato autoprivatizzati; manodopera disponibile a prezzo fallimentare; criminali in libertà qui e là … E’ questo background che ha alimentato tanti pregiudizi su quel bellissimo Paese e che involgarisce le cronache di questi giorni.

Cosa siamo andati a fare in Albania?

E veniamo al dunque. Perché Agsm ed Amia, nel luglio del 2016, sbarcano a Tirana? La vicenda merita una ricostruzione, perché fa emergere emblematicamente il ginepraio politico-amministrativo in cui si è cacciata la nostra città negli ultimi anni. Non stiamo alludendo a squallidi mercimoni paramafiosi. Se uno vuole, non ha bisogno di andare a Tirana. No, la questione è nobilmente imprenditoriale ed amministrativa. Perché un’azienda partecipata di Verona, che si occupa di rifiuti (senza avere risolto il problema dei rifiuti nella città dove opera), pensa che sbarcare in Albania possa essere un affarone per i suoi cittadini? Amia non è un fondo di investimento; il suo presidente non è un trader di Manhattan.
Il regista dell’operazione fu Giampietro Cigolini, direttore generale di Agsm – l’unico con esperienze manageriali effettive – che tutti convinse: il presidente di Amia Andrea Miglioranzi; il presidente di Agsm, proprietaria di Amia, Fabio Venturi; il sindaco Flavio Tosi. Obiettivo dichiarato? Insegnare agli albanesi a fare la differenziata costituendo Agsm Holding Albania, 1 milione di conferimento, presidente Fabio Venturi; più 2,5 da investire, anche partecipando alla “newco” Eco Tirana, al 51% di proprietà del Comune di Tirana; e poi, in prospettiva, 15 o 19 milioni per il progetto di sfruttamento idroelettrico del canale Peqin-Kavaje in derivazione del fiume Shkumbin. In ottobre Cigolini va in pensione: “lascio una Agsm pronta ad andare in borsa“, ma una mano continua a darla: diventa amministratore delegato di Agsm Albania spa. A dirigere Eco Tirana, un altro dirigente di Amia, Diego Testi.

Nelle intenzioni una genialata

Nelle intenzioni sarà stata sicuramente una genialata per fare reddito. Ma è andata male, fin da subito. Nel senso che nessuno ha visto niente delle cose che dovevano essere fatte. Specialmente si è sempre saputo poco, tanto che già alla fine di quell’anno, il collegio sindacale di Agsm dichiarava, sul bilancio 2016, “di non essere in grado, in base alle informazioni ricevute, di esprimere un giudizio sulle partecipazioni detenute dalla società all’estero”. Per questo, nell’agosto del 2017, non solo Michele Bertucco, consigliere di opposizione, ma anche la dirigente Gare e appalti del Comune di Verona Chiara Bortolomasi, chiedeva chiarimenti ad Agsm sugli investimenti, i finanziamenti, le garanzie “che coinvolgeranno la capogruppo nel prossimo futuro”. Nella risposta di Agsm del 18 agosto, si apprendeva che l’investimento idroelettrico era congelato. Ma l’impegno andava avanti. Dopo le elezioni del maggio 2017, Andrea Miglioranzi rimane, miracolosamente, a presiedere Amia. Possibile? Il rigido spoils system applicato nei cambi di maggioranza consigliare (si era passati da Tosi a Sboarina) ne faceva prevedere un’immediata sostituzione. Invece no. Forse nuove fedeltà; forse la bontà dei progetti in corso. Nell’ottobre del 2017, il direttore generale Cigolini spiega che in realtà non c’è trippa per i gatti: “la raccolta rifiuti non ha una grande marginalità” (ok: e allora perché siamo andati a farla anche là?), “d’altra parte questo non è un affare di carattere economico” (ah). “La logica è quella di sviluppare tutta una serie di servizi pubblici a Tirana” (lodevole: ma noi che c’entriamo?). E poi, concludeva, la nuova legge Madia impedisce avventure imprenditoriali alle partecipate. Poco dopo, tardivamente, lo spoils system si fa sentire. A fine 2017 si dimettono Andrea Miglioranzi da Amia e Fabio Venturi da Agsm Albania. Il 23 gennaio del 2018, il nuovo presidente di Agsm Michele Croce, leader del movimento civico “Verona Pulita”, volendo pulire pure Tirana, diviene presidente della holding albanese. Con lui, nel cda, Francesca Vanzo vicepresidente e la piddina Stefania Sartori, in nome dell’opposizione. In aprile, l’amministratore delegato di Agsm Albania Cigolini abbandona l’incarico. A dicembre, Croce sostiene di non liquidare Agsm Albania “per difendere gli investimenti fatti”, sottolineando una diminuzione dei gettoni garantiti dalle cariche: 16.000 il presidente, 8.000 i consiglieri. Insomma: siamo qui solo perché dobbiamo. Ma l’impegno adriatico, per lui, dura poco. A marzo dell’anno dopo, infatti, nel 2019, ufficialmente accusato di faraoniche spese sostenute per i festeggiamenti dei 120 anni dell’azienda, Croce viene sfiduciato dal suo sindaco e dal suo cda. Un’umiliazione mica da ridere. Non per l’avvocato Michele, che, incredibilmente, rimane in maggioranza con Sboarina: “se Croce e Verona pulita si sentono traditi, loro non vogliono passare da traditori”. Dopo alcuni mesi, in giugno, il Rinnegato si dimette anche da Agsm Holding Albania e dal consiglio di Eco Tirana. Sempre quell’estate, l’assessore alle partecipate Polato va a Tirana a dare l’estrema unzione ai sogni imprenditoriali epiroti. Infine, arriva Daniele Finocchiaro, nuovo presidente di Agsm, manager puro, che esordisce nel business albanese non votando il bilancio 2019 della holding e maledicendo, immaginiamo, di avere anche questa grana da risolvere: andarsene dignitosamente dall’Albania. Attualmente è tutto fermo in attesa che il governo si pronunci finalmente su un quesito presentato dalla partecipata veronese quando ancora c’era Renzi a Palazzo Chigi e che è rimasto inevaso anche con Conte 1 e 2:  la Agsm, date le disposizioni del Testo unico sulle società a partecipazione pubblica (Legge Madia) , può o non può fare affari in Albania?

L’affaire Albania: un pasticcio

Ci sembra che l’albanian business non sia stato un gran bel capitolo di imprenditoria pubblica. E che le rocambolesche vicissitudini gestionali delle nostre due partecipate – strattonate dai dissidi di chi le governa – non siano compatibili con alcuna strategia rispettabile, che si parli di Albania o di fusioni.
E quindi si torna punto a capo. Da alcuni anni, laddove non si tratti di asfaltare strade e intitolarle, ma di gestire patrimoni e bilanci secondo linee credibili e trasparenti, l’entropia delle disarticolate forze della destra veronese paga dazio. quale che sia il sindaco e la maggioranza. Paga dazio specialmente la città, che avrebbe bisogno di un quadro di governo decente, sicuro dei propri obiettivi, che si riconoscesse per la lungimiranza e non per i pasticci.

Il risultato sistemico delle liste civiche

Su questo sfondo, balza agli occhi come- al di là delle debolezze degli uomini – uno degli elementi di maggiore contraddizione siano le liste e i movimenti civici. Fu Flavio Tosi, ancora nel 2012, a costruire, con grande successo, il meccanismo delle liste “indipendenti” collegate al candidato sindaco. Quelle successive sono nate in gran parte per scissione dei movimenti filotosiani. Anche “Battiti” di Francesco Sboarina, come “Verona Domani” di Stefano Casali o come “Generazione Verona” di Fabio Venturi, nascono da quel mondo lì. Come se le seconde file del capo, imparata la lezione, lo avessero imitato. Qual è stato, però, il risultato sistemico? Un disastro, diciamo la verità. Perché le copie non erano l’originale e perché non avevano altri ingredienti compensativi. Il successo dei due mandati di Tosi sono largamente dipesi dalla qualità politica – in senso “tecnico” – del leader. Ma gli epigoni non sono sembrati della stessa pasta o in grado di aggregare intorno a sé qualcosa di più che delle convenienze momentanee.

Partiti e movimenti civici

Sembrano rendersene conto, tardivamente, i partiti di quell’area, che, con tutti i loro limiti, sono soggetti un minimo strutturati, con programmi nazionali, delle idee di riferimento, una gerarchia definita da qualche regola….e che sembrano averne abbastanza del caos originato dalla natura di tali soggetti. Privi di ideali di riferimento, di una cultura politica riconoscibile, di veri progetti, di collaboratori con una storia professionale o politica sufficientemente nota e apprezzata, i movimenti civici unicamente appesi ad un leader vero o presunto, ispirati dai misteriosi “interessi dei cittadini al di là delle ideologie e al di là della destra e della sinistra”, come dichiarano tutti, precipitano inesorabilmente nel grande e triste catino dell’antipolitica. “Votateci perché siamo gli unici a non essere niente”. Cosa può mai venire fuori da loro se non, quasi sempre, una deprimente giostra di ambizioni personali disposte ad ogni combinazione politica possibile?

La Lega e la maggioranza

E’ in questo contesto, ci sembra, che vanno considerate le ultime decisioni della Lega riguardante la maggioranza del nostro sindaco. La Lega, forse assecondata da certi ambienti industriali, sembra intenta a “normalizzare” politicamente i territori del Nord, chiudendo o ridimensionando la stagione dei candidati di liste civiche, che, pur alleate, si rivelano inaffidabili alla prova dei fatti. E’ successo con Flavio Tosi, clamorosamente; ma anche con Federico Sboarina, vista la grande autonomia con cui ha gestito il progetto Agsm-Aim-A2A. Fargli naufragare un’operazione come la fusione, che per quanto discutibile, dopo gli indecorosi balletti di questi anni, farebbe fare ad Agsm un salto nell’iperspazio; ed al sindaco uno scatto prestigioso, equivale a disconoscerlo. Se non si andrà ad elezioni anticipate, lo si deve probabilmente al fatto che in questo momento la Lega e la Destra nel suo insieme, non sono pronte. Non sanno chi scegliere. Rischierebbero di perderle. Sanno benissimo che Federico Sboarina, da loro stessi così indebolito, sarebbe un candidato assai traballante contro Flavio Tosi, che infatti è passato decisamente all’attacco, annunciando la sua candidatura. Non inganni, perciò, l’annunciato rimpasto di giunta: i nuovi assessori, ritenuti più fedeli e forse più capaci, serviranno a fornire un po’ di ossigeno al sindaco fino alle prossime elezioni, sperando che nel frattempo esca dal cappello un coniglio nuovo da proporre agli elettori veronesi. Chissà se la magia si avverrà.

3 commenti su “Albania andata e dintorni

  1. Una vicenda emblematica del malgoverno imperante nelle ‘partecipate’ veronesi negli ultimi quindici anni. Se c’è una cosa che ha accomunato le due Amministrazioni Tosi e l’Amministrazione Sboarina, è stata quella di piazzare, in larga parte, persone del tutto incompetenti nei CdA delle aziende partecipate. Persone scelte SOLO per la loro fedeltà ai rispettivi politici di riferimento.
    Poi, sulla gestìione dei rifiuti a Verona, una cosa specifica va detta: per anni abbiamo mandato i nostri rifiuti fuori regione e persino all’estero, ad esempio in Bosnia. Perché gli amministratori del Comune e di Amia non hanno mai avuto il coraggio e la capacità di ‘chiudere il ciclo’ dei rifiuti nel bacino territoriale di riferimento, come la legge imporrebbe. In questa situazione, pensare di andare ad insegnare la differenziata in Albania è qualcosa di velleitario, inutile per la città e persino vergognoso. Lo abbiamo detto in pochi.

  2. All’Albania questo progetto interessava più di quello che si può pensare ma in pratica è stato un fallimento. Interessava perché uno dei compiti da svolgere per poter aderire all’unione europea (sogno albanese) è appunto l’ambiente e la raccolta differenziata, ma è stata una partita giocata male. Eco Tirana per quasi quattro anni ha solo che gestito ‘apparentemente’ solo quattro vicoli in città e anche maluccio.
    A pensare che il proprio progetto lo gestivano in loco, fa veramente pena per come sia andata a finire. Hanno mancato di umanità, empatia ed intelligenza.

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