Lettera aperta di Bruno Carmi al Sig. Vescovo di Verona Monsignore Giuseppe Zenti

Bruno Carmi
l’Arena di Verona, 25 gennai0 2020

Verona 25 gennaio 2020

Ho letto sul Corriere Verona di oggi le Sue parole a commento della triste vicenda che ha accostato il nome della Senatrice a vita Liliana Segre a quello di Giorgio Almirante.
Non entro tanto nel merito delle scelte del Comune di Verona; ho già detto in altre sedi quanto personalmente penso e cioè che sia un vero oltraggio per questa città fregiarsi di una via intestata ad Almirante.
Devo invece esprimerLe tutta la mia sorpresa per quanto Lei ha voluto commentare e cioè che si tratti di “sterili polemiche”. Credevo di non aver letto o capito bene ma proseguendo nella lettura dell’articolo, Lei ha affermato che si tratta di uno scontro su “questioni marginali, alimentato da una certa morbosità, una curiosità che sta nel cercare di capire chi sta da una parte e chi dall’altra”.
Condivido i Suoi inviti alla politica ad affrontare i tanti problemi economici e sociali ma nondimeno ritengo altrettanto importante, soprattutto per chi ricopre posizioni di Guida di questa società, non alimentare confusione anche semplicemente sminuendo l’importanza della discussione.
La pietà che dobbiamo avere verso ogni morte non ci deve far dimenticare la storia. A mio avviso, non si tratta di sterili polemiche ma semplicemente di non mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti, razzisti e antirazzisti. Si tratta di scegliere se onorare un perseguitato o un persecutore.

Grazie per la Sua attenzione,

Bruno Carmi
Già presidente della Comunità ebraica di Verona e Vicenza

Un commento su “Lettera aperta di Bruno Carmi al Sig. Vescovo di Verona Monsignore Giuseppe Zenti

  1. Condivido in pieno la posizione del dott. Carmi. L’intelligenza della replica mantiene un tono di ferma e diplomatica necessità. Mi sembra inaudito che un rappresentante autorevole si appelli ai luoghi comuni dei “problemi veri” per sottovalutare il sottile ma non meno terribile antisemitismo. Vorrei ricordare al capo pastorale della comunità cattolica veronese che nulla più di una coscienza morale chiara e lontana dai compromessi è base irrinunciabile per affrontare e risolvere i “problemi veri”.

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